Esistono vari tipi di antenne, dal semplice filo a strutture più o meno complesse,
di dimensioni a volte ragguardevoli, che consentono una maggiore efficienza dell'impianto.
Nel mio caso, nei primi anni di attività, ho usato dei semplici fili tesi tra la
sommità del tetto e gli alberi vicini; le apparecchiature costruite nel 1947 e nel
1951, hanno usato appunto tali tipi di antenne. Con la stazione costruita nel 1973,
ho usato inizialmente una antenna tipo "levy", cioè un dipolo alimentato al centro,
costruito in tubo di alluminio. Dal 1983 in poi, mi sono dedicato alla progettazione di
antenne di dimensioni ridotte, alcune delle quali vengono illustrate brevemente di seguito;
tutte queste antenne sono state descritte dettagliatamente su vari numeri di
RadioRivista allo scopo di consentirne la realizzazione da parte di altri radioamatori;
RadioRivista è l'organo ufficiale dell'ARI, Associazione Radioamatori Italiani.
La foto a sinistra mostra la versione definitiva di questa antenna, realizzata nel 1986;
il prototipo, delle stesse dimensioni ma con bobine a spirale cilindrica, era stato
realizzato nel 1983. Il loop ha le dimensioni di 60 x 60 cm., il rendimento si aggira
sul 50% rispetto ad un dipolo normale, può funzionare molto bene anche all'interno
di una soffitta, purché lontano dalle pareti almeno 50 cm. ed a patto che il tetto
sia costituito solo da materiali non metallici. La larghezza di banda di questa antenna
è molto ridotta, per cui essa comprende un dispositivo di sintonia motorizzato,
manovrabile dalla stazione. Il prototipo è stato descritto su RadioRivista, nel
numero di febbraio 1985, mentre l'esemplare definitivo è descritto
sul numero di giugno del 1989.
Su quest'ultimo numero di RadioRivista è descritto
anche un altro loop, sempre per i 14 Mhz e di cui si vede il disegno nella foto a destra.
La sua principale caratteristica è quella di non richiedere un dispositivo di
sintonia essendo la sua larghezza di banda sufficiente per operare su tutto lo spazio
a disposizione dei radioamatori sui 14 Mhz, con il solo ausilio di un accordatore posto
all'uscita del trasmettitore. Il suo rendimento è risultato intorno al 75%; esso
ha funzionato egregiamente dal 1987 al 1989, quando ha ceduto il posto a successivi
esperimenti.
Di questo loop ne sono stati realizzati due esemplari, il primo, costruito nel 1984 e
visibile nella foto a sinistra, ha le dimensioni di 125 x 125 cm. ed è stato
descritto su RadioRivista, nel numero di aprile 1987. Sullo stesso numero è stato
descritto anche un dispositivo per la sintonia a distanza, che verra illustrato più
avanti. Il secondo esemplare (foto a destra), di dimensioni ancora più ridotte, solo
80 x 60 cm., è stato costruito nel 1987 ed è stato descritto su RadioRivista
nel numero di giugno 1989; una sua successiva modifica (che appare già nella foto),
è stata illustrata nel numero di ottobre 1996. Il rendimento del primo esemplare
si aggira sul 50%, mentre per il secondo si può contare su circa il 25%; ciò
non toglie che, anche con quest'ultimo si possono fare ottimi collegamenti a grande
distanza. Anche queste antenne hanno una larghezza di banda molto piccola e quindi sono
equipaggiate con dispositivo di sintonia motorizzato; esse possono funzionare anche
all'interno di una soffitta, con le precauzioni dette a proposito del loop per i 14 Mhz.
Il prototipo, che si vede nella foto a sinistra, è stato realizzato nel 1989 ed
è stato descritto su RadioRivista nel numero di febbraio del 1991. Malgrado
che il radiatore sia lungo solo metri 1.85, il suo rendimento
si aggira sul 50%, rispetto ad un dipolo di dimensioni normali. La sua larghezza
di banda è tale che può funzionare su circa 80 Khz dello spazio a
disposizione dei radioamatori sui 7 Mhz, con il solo ausilio di un normale accordatore
posto all'uscita del trasmettitore. Successivamente il progetto iniziale ha subito alcuni
ritocchi, ed una esecuzione definitiva è visibile nella foto a destra, realizzata
dal collega radioamatore IK 5 SES. La lunghezza del radiatore è stata portata a 2
metri, la descrizione di questo esemplare è in preparazione e sarà pubblicata
su uno dei prossimi numeri di RadioRivista.
Questa antenna è stata realizzata nel 1993 ed è stata descritta su
RadioRivista nel numero di ottobre del 1996. Le foto si riferiscono all'esemplare
realizzato dal collega radioamatore IK 5 PWN. Il radiatore è lungo metri 3.5
ed il rendimento si aggira sul 50%. Data l'ampiezza della banda dei
3.5 Mhz, si è dovuto studiare un dispositivo di sintonia motorizzato, visibile
nella foto a destra. Il progetto ricalca quello del dipolo per i 7 Mhz, visto sopra.
Questa realizzazione è probabilmente la più interessante tra quelle viste
finora, in quanto permette di operare sulla banda di 1.8 Mhz, senza la necessità
di disporre di grandi spazi per le antenne. Infatti su questa banda un semplice dipolo
dovrebbe avere la lunghezza di circa 80 metri. Nella foto a sinistra è visibile
il prototipo, che funziona regolarmente dal 1991. Il montaggio è stato fatto in
maniera particolare, con la bobina di carico inferiore all'interno della soffitta, per
permetterne il funzionamento anche sui 3.5 e sui 7 Mhz, mediante shuntaggio della suddetta
bobina, a prezzo di una lieve riduzione del rendimento.
La foto a destra mostra un esemplare costruito successivamente da IK 5 PWN. Come si
vede, anche in questo caso, il progetto ricalca quello del dipolo per i 7 Mhz, la
lunghezza del radiatore è stata portata a 6 metri. Il suo rendimento si aggira sul
50% e rende possibili collegamenti a grande distanza, anche con potenze di soli 100 watts.
La sua banda passante è ridottissima, comunque non è necessario alcun
dispositivo di sintonia, essendo la banda di 1.8 Mhz, almeno in Italia, altrettanto
stretta. Il prototipo è stato descritto su RadioRivista, nel numero di ottobre del
1992, mentre l'esemplare costruito da IK 5 PWN appare nel numero di ottobre del 1996.
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Infine ecco un'antenna che copre le bande da 14 a 28 Mhz con l'aiuto di un accordatore
motorizzato, comandato dalla stazione. Nella foto a sinistra appare l'antenna, mentre
nella foto a destra si vedono l'accordatore e la consolle di comando. L'antenna si
compone di due loop incrociati che permettono, mediante un commutatore telecomandato,
il passaggio immediato dalla polarizzazione orizzontale a quella verticale; le
dimensioni dei loop sono di 150 x 70 cm., il rendimento varia dal 50 al 75% a seconda
della banda usata, il funzionamento è possibile anche sui 7 e sui 10 Mhz, sia pure
con un rendimento sensibilmente inferiore. L'antenna è stata descritta su
RadioRivista, nel numero di ottobre 1996, mentre l'accordatore è stato descritto
nel numero di febbraio 1991, essendo stato realizzato per una precedente versione del
loop multibanda.
Questo dispositivo è stato studiato per consentire l'accordo a distanza delle
antenne viste sopra, le quali, data la limitata larghezza di banda,
necessitano di un ritocco alla sintonia anche per piccoli spostamenti di frequenza.
La sua caratteristica principale è quella di poter effettuare l'accordo su di una
frequenza occupata senza arrecare interferenza apprezzabile. Esso è stato descritto
su RadioRivista, nel numero di aprile del 1987, come sopra accennato.
Aggiornato: Settembre 2007
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