LOOP RICEVENTI OL
Il
primo loop per i 137 kHz (figura 1), era realizzato in cavo per TV, 18 spire, forma quadrata
1.2 x 1.2 metri, una spira secondaria, un amplificatore ad un solo stadio con FET J310. Questo loop
era usabile solo all'interno e quindi molto sensibile ai disturbi locali. Per superare questa difficoltà
ho realizzato nell'ottobre 2000, ma installato sul tetto solo nel febbraio 2001, un
nuovo loop adatto
per essere installato all'esterno.
La figura 2 mostra il loop nella sua posizione definitiva, mentre il disegno (fig. 3) mostra lo schema funzionale dove T1 indica il trasformatore toroidale posto alla base del loop, L indica
la discesa in cavo coassiale, C la capacità di accordo, A il relais di protezione, T2 il
trasformatore di uscita e O il connettore di uscita. Il diametro del loop è di metri 1.5 ed
è costituito da una sola
spira in tubo di alluminio del diametro esterno di 8 mm. Detta spira è fissata al
contenitore di alluminio mediante due robusti morsetti, isolati dal contenitore mediante TEFLON.
Ad evitare che il vento, spirante in direzione trasversale, possa piegare il loop, è stato
necessario
provvedere un supporto isolante in plastica che sorregga il centro della spira e sia reso stabile
mediante due tiranti in nylon a forma di losanga, come si vede nella foto. Nel contenitore suddetto
sono contenuti il trasformatore T1 ed il connettore per il collegamento alla linea
di discesa. Sopra al contenitore è disposto un parapioggia in plastica ad evitare accumulo
di acqua intorno ai morsetti; per la stessa ragione, nel tubo di alluminio e nei puntoni che
sostengono i tiranti sono infilate, al di sotto del parapioggia, rondelle in gomma per far sì
che la pioggia che investe i tubi cada prima di accumularsi sul contenitore.
Il primario del
trasformatore T1 è formato da due spire di filo da circa 1 mm, ed il suo centro
è collegato
a massa, rendendo così simmetrico il loop. Il numero di spire secondario,
entro certi limiti, non è critico; io, dopo varie prove, ho messo 18 spire, realizzando così
un rapporto spire di 1:9 e quindi un rapporto di impedenza da 1:81. Con tale rapporto, il valore della
capacità necessaria per l'accordo risulta intorno ai 4500 pF compresa la capacità
del cavo di discesa il quale, dato che funziona su di un'impedenza molto più alta della sua
impedenza caratteristica, agisce in pratica come un condensatore, la cui capacità si
aggira, per i normali cavi tipo RG 58 U, sui 100 pF al metro. Il nucleo del trasformatore suddetto
si compone di 8 toroidi da 1/2" tipo A4 della Mullard, i più adatti tra quelli di cui disponevo,
disposti affiancati a formare un tubo.
In ogni caso la ferrite deve possedere alta permeabilità e basse perdite nel campo di
frequenza considerato, in modo che la reattanza delle due spire primarie risulti almeno 4 - 5 volte
superiore a quella del loop, che in questo caso è di 4.3 ohm.
Lo schema dell'
amplificatore può essere naturalmente modificato a seconda dei materiali
a disposizione; io ho scelto il sistema di fare arrivare l'alimentazione dal cavo coassiale di uscita,
dato che la mia stazione era già predisposta a tale scopo. Il relais 'A', in assenza di
eccitazione, mette in corto circuito la linea di discesa, evitando che, durante la trasmissione, nel
caso che i diodi contrapposti non reggano la forte corrente indotta, si abbiano danni all'amplificatore.
T2 è composto da un avvolgimento bifilare di 15 spire, che poi vengono poste
in serie. Anche in questo caso il toroide usato deve avere alta permeabilità e basse perdite
in modo da ottenere sulle 30 spire una reattanza intorno ai 1000 - 1500 ohm. Io ho usato un toroide
di tipo sconosciuto che, mediante adatte misure, ha dimostrato di possedere tali requisiti.
L'efficienza di questo loop è notevole; da alcune
misure eseguite,
la perdita, nei confronti di un'antenna isotropica, appare intorno ai 33 - 34 dB, naturalmente
tenendo conto dell'amplificatore illustrato sopra. Un articolo che descrive questa
realizzazione è stato inviato per la pubblicazione al nostro organo ufficiale
RadioRivista sul quale è uscito nel numero 7/8 del 2001 (vedi anche alla pagina
Articoli).
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